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Scritti per Ventiquattro

L'inutile necessario, parola d'artista

testo a cura di Chiara Somajni foto di Gianni Troilo

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Dall’alto verso il basso, a sinistra: Anna Parkina, Terence Koh,  Mona Hatoum, Madelon Vriesendorp con Daniel Birnbaum, Simone Berti. A destra: Ingar Dragset, Arto Lindsay, Andrea Lissoni con Lara Favaretto, Anawana Haloba, Pascale Marthine Tayou.
Ventiquattro ha individuato una ventina di artisti impegnati a Venezia per la Biennale e, con la collaborazione di Dom Pérignon, li ha raccolti a un tavolo per un insolito confronto di idee intorno a una domanda: qual è il confine tra utile e inutile nella pratica artistica?


È la sera del 26 maggio. Venezia è un cantiere aperto: la settimana seguente apriranno al pubblico la Biennale di Daniel Birnbaum e le innumerevoli mostre a essa collegate. Nel prezioso giardino della Fondazione Querini Stampalia progettato da Carlo Scarpa converge una ventina di artisti: sono qui per la cena organizzata da Ventiquattro. Per loro è un'opportunità unica di incontrarsi, per il giornale è l'occasione di registrare in diretta il frutto di uno scambio informale sul tema di questo numero: inutile. Dalle conver-sazioni che hanno impegnato i tre tavoli sono stati estrapolati alcuni passi che abbiamo rimontato come tessere di un ideale discorso unico, per restituire il sapore della serata e fermare alcuni degli spunti di riflessione.
Con Ventiquattro hanno contribuito a disegnare e a condurre la serata la curatrice Caroline Corbetta e la giornalista e manager culturale Giovanna Amadasi. Ringraziamo il direttore della Biennale d'arti visive Daniel Birnbaum per la partecipazione, il presidente della Fondazione Querini Stampalia Marino Cortese per l'ospitalità, Francesca Zanoni per la mediazione, nonché Dom Pérignon che si è preso cura del benessere degli ospiti.

Joan Jonas. Alcune persone sostengono ancora oggi che l'arte sia inutile. è così, dal punto di vista pratico. ma non spiritualmente.

Arto Lindsay. In un certo senso si può dire che siamo un'utile parte dell'inutilità.

Ragnar Kjartansson. Credo che l'inutilità sia l'essenza della pratica artistica. è una sensazione costante, un continuo desiderio che non verrà mai soddisfatto. il mio progetto a venezia è sull'inutilità di dipingere oggi.

Madelon Vriesendorp. Nel mio lavoro esploro il futile. Ho una collezione di cose che la maggior parte delle persone chiama spazzatura, cose senza significato che sono
il frutto di una qualche deviazione culturale: come babbi natale con le ali. Improvvisamente viene da me un curatore, dice che vuole farne una mostra e un film d'animazione per la tv francese. Ma è robaccia, sono cose strane e vecchie. «prendiamo tutto!», replica lui. Tutto lo studio: così ho incominciato a fare mostre. Poi è venuto hans ulrich obrist, e ha detto:
«ah, hai un archivio!». E mi ha chiesto come mi sentissi quando passo per la mia collezione. Gli ho risposto che mi sento come un turista cui venga indicata la direzione sbagliata,
la fraintenda e finisca al posto giusto. Ora ho sviluppato una specie di gioco da tavolo, è il progetto in mostra: ogni volta che le persone venivano da me vedevano tutti quei piccoli oggetti sui tavoli, ne facevano un set, e dicevano: guarda! Ora nel gioco puoi disporre li oggetti come vuoi e tutti gli altri possono analizzarti. Posso assicurare che è cosa del tutto inutile.

Renata Lucas. Dove ho studiato io mi hanno insegnato a credere nell'arte "alta", e che se l'arte non era filosofica era noiosa.

Lindsay.E' molto difficile capire come mai la buona arte faccia la sua comparsa. guardando al dada, al surrealismo, all'arte concreta, qualsiasi siano i tuoi riferimenti, espressionismo astratto, concettuale, performance etc. è difficile trovarne le ragioni storiche e sociali. forse l'arte è davvero disconnessa nonostante tutti questi bla bla politici. è davvero inutile, un modo per bruciare soldi.

Amy Simon. Non puoi decidere se qualcosa è stupido o no se non 20 o 50 anni dopo. Se stai sempre a raccogliere e ad assorbire, se vivi intensamente e sei presente al 110 per cento, allora sei sempre collegato alle cose, e nulla di ciò che fai sarà stupido o inconsapevole.

Pascale Marthine Tayou. Niente è intelligente.

Vriesendorp. Il bello di essere artista è che puoi essere al contempo stupido e intelligente: non c'è un'altra professione che lo consenta.

Tayou.  CONTINUA ...»

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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